lunedì 25 febbraio 2008

Il Decalogo del buon Colorista

Tutorial n° 70

10 Piccole Nozioni Fondamentali che tutti dovrebbero sapere...

1 – Per fare una linea dritta col pennello basta fare un punto



tenere premuto Shift e cliccare dove volete che finisca la linea.





2 – Per raddrizzare perfettamente una tavola o una linea basta usare lo strumento Righello (dietro il contagocce)




estendere la linea dello strumento in parallelo, o sopra, la linea da raddrizzare




andare su immagine/ruota/altro




accettare e dare ok sul valore che lui AUTOMATICAMENTE avrà calcolato



e quindi raddrizzerà l'intero documento



3 – Ricordate che il bianco è un colore pesantissimo, più del nero; dunque, per rendere più leggeri i vostri file a fine lavoro, se usate un fondo bianco gettatelo via.

4 – Date sempre un occhio ai canali, lasciare un canale in più (per via, ad esempio, di una selezione salvata) significa che in fase di stampa quel canale coprirà tutta la vostra immagine. Pericolosissimo!

5 – Appena aperto Photoshop, per aprire un file basta anche cliccare due volte sul fondo del programma.

6 – Con gli strumenti che permettono di colorare (Pennello, Secchiello, Gradiente e Matita) cliccando Alt e facendo Click su di un colore è possibile selezionarlo come con il contagocce, evitando di cambiare sempre strumento quando serve.

7 – Mentre si adopera il Pennello, cliccando Tasto Destro sul foglio di lavoro spunta la Palette dei Pennelli.

8 – E' possibile assegnare un Tasto Funzione alle vostre Azioni, basta selezionare l'Azione, cliccare sulla solita freccettina in alto a destra della Palette, andare su Opzioni Azione e scegliere il Tasto Funzione che più vi aggrada.

9 – Per Tagliare un pezzo di un livello e portarlo su un altro livello, senza copiarlo (ovvero farlo “restare” nel livello originale) o fare ctrl+x ctrl+v (taglia e incolla), usate il comando ctrl+shift+j, lo taglierà e porterà ad un livello superiore perfettamente nella posizione originaria.

10 – Per tornare indietro “oltre” il ctrl+z basta cliccare ctrl+alt+z (nei limiti della vostra Storia).

Sergio Algozzino

NEXT 05/03/08: Massimo Dall'Oglio, Struttura5

lunedì 18 febbraio 2008

Struttura 4: Massimo Dall'Oglio, come disegnare gambe e piedi

Tutorial n° 69


Ciao a tutti!
Scusate se sono scomparso per un po’ ma ho parecchio lavoro e per fare un tutorial ci vuole sempre una certa concentrazione.
Se avete perso il filo, vi rimando ai precedenti tutorial

Altri TUTORIAL STRUTTURA
-Struttura1: Introduzione e BUSTO
-Struttura2: ADDOME E BACINO
-Struttura3: Il BRACCIO
-Struttura4: ARTI INFERIORI
-Struttura5: TESTA

Cominciamo allora.

Arti inferiori

Come al solito vediamo di analizzare i volumi che compongono coscia e gamba





Come possiamo intuire non sono troppo diversi dallo studio delle braccia, la coscia è sicuramente più voluminosa ma la gamba ha una struttura molto simile all’avambraccio vero? Facciamo attenzione al punto in cui si stringe il diametro del cilindro, circa ½ della lunghezza.


PIEDE




Per lo studio del piede (a livello di manichino) utilizzo una forma simile ad una scarpa. Notiamo i punti (a) e (b), le curve rimangono le stesse indipendentemente dall’inquadratura del piede. Non è affatto una forma semplice da assimilare ma con un po’ di esercizio si migliora, io uso la scarpa perché ha degli spigoli molto chiari e riesco facilmente ad individuare e sintetizzare una forma base. Ad ogni modo sentitevi liberi di utilizzare modi alternativi! Purché ovviamente il risultato sia corretto.
Per le falangi disegno le “rondinelle a testa in giù”… avete mai disegnato da piccoli le rondinelle, io un sacco… stessa cosa. Le vado a disporre esattamente lungo il profilo della punta della scarpa.



Per aiutarci nella definizione della forma corretta poniamo sempre molta attenzione all’impronta del piede. Nel punto (a) dove c’è l’alluce non abbiamo un prolungamento troppo accentuato, nel punto (b) del minolo invece la curvatura aumenta. I punti di maggiore curvatura formano la linea (c) che corrisponde alla linea lungo cui si piegano le falangi. La maggior parte dei principianti tende sempre a disegnarle come quelle della mano, attaccate tutte alla stessa altezza. Le falangi si inseriscono a “ventaglio”, se riusciamo a cogliere questo dettaglio disegnare il piede diventerà meno complicato.



Un altro degli errori più ricorrenti è la tendenza a piegare il piede sempre a metà della sua lunghezza. Per correggere questa orrenda predisposizione dividiamo in tre parti tutta la “scarpa” e ricordiamoci che solo il primo terzo (1) (quello delle falangi) si piega con il movimento, (2) e (3) formano un corpo unico.




Un’immagine dello scheletro del piede ci aiuta a capire meglio.


RACCORDI

Come avevamo fatto con il braccio, vediamo ora come congiungere le singole parti (coscia, gamba e piede) con ginocchio e caviglia senza far uso delle tante odiate sferette del manichino “legnoso”.






Spigoli, spigoli e ancora spigoli. Non è difficile e soprattutto otterremo subito un risultato più vicino alla realtà e certamente più godibile. Così si che s’impara :)




Per l’inquadratura posteriore dobbiamo letteralmente “inserire” la coscia dentro il polpaccio aggiungendo poi nel punto di raccordo due semplicissime “virgolette”.

MOBILITA’ DEL PIEDE

Coma sappiamo tutti quanti il piede ha una limitata mobilità rispetto alla mano. Possiamo piegarlo all’interno ma non possiamo fare la stessa cosa verso l’esterno, è proprio questa limitata mobilità e l’impossibilità di fare la stesa piega tanto all’interno quanto all’esterno che ci suggerisce la particolare conformazione della caviglia. Nell’inquadratura frontale del piede gli spigoli della caviglia “non sono alla stessa altezza” ma leggermente sfalsati. Più in alto all’interno e più in basso all’esterno. Cogliere questa sottigliezza ci aiuta a disegnare il piede in modo meno “rigido” dandogli mobilità e morbidezza.



COLLEGAMENTO

Per collegare al bacino la coscia dobbiamo solo “inserirla” nella forma che già abbiamo imparato a disegnare. Niente di trascendentale.


Bene!
Ora dobbiamo solo esercitarci copiando da alcune foto diverse posizioni degli arti inferiori
Vorrei solo aggiungere qualche annotazione:


1 Ricordiamoci di evidenziare sempre gli spigoli del ginocchio e della caviglia, in questo modo sarà più semplice rappresentare una posa corretta.
2 Quando l’arto si piega facciamo attenzione al rigonfiamento dei muscoli ed in particolare di coscia e polpaccio
3 Nella visione laterale dell’arto notiamo il movimento a B di coscia e gamba
È tutto!
La prossima volta studieremo il modo di raccordare al meglio tutte le parti che abbiamo studiato nel tentativo di rendere le pose del manichino più morbide e naturali possibile.
Ciao!


Massimo Dall'Oglio


NEXT 25/02/08: Sergio Algozzino, Colorazione Digitale9

lunedì 11 febbraio 2008

Prospettiva Accidentale: Stassi

Tutorial n° 68

PRIMA PARTE : nozioni di base
SECONDA PARTE : prospettiva centrale

Claudio Stassi, dopo averci parlato di griglia prospettica e di come utilizzarla per costruirci dei solidi in prospettiva, continua a insegnarci sull'argomento parlando di Prospettiva Accidentale.

Wikipedia dice che: “Il termine prospettiva, indica genericamente ogni sistema di rappresentazione dello spazio, che la sensibilità dei vari momenti, del gusto che dei vari artisti ha impiegato nelle diverse epoche.”

Descrizione impeccabile, non c’è dubbio. Ogni forma di prospettiva rappresentata da un artista nei secoli, ha segnato un’epoca artistica. Pensiamo ad esempio al periodo rinascimentale: le figure stavano erette, davanti a noi su uno spazio prospettico centrale, dove cioè tutte le fughe partivano da un unico punto di fuga. (vedi prospettiva centrale).

Analizziamo invece i quadri della pittura impressionista, dove un semplice tavolo, in quest’opera di Degas, fa da guida all’osservatore, sulla conoscenza delle immagini dell’opera.

Degas- Assenzio

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