mercoledì 24 dicembre 2008

Mais2: illustrazione Buon Natale

Tutorial n°88

Salve a tutti! Sono Mais2.

Vi ricorderete di me per tutorial come “Pantoni 1” e “Sol Mirror”. Ok, Troy McClure era più di effetto...

Con questo nuovo tutorial approfittiamo noi di Kinart per dare a tutti voi lettori un ENORME augurio (ma uno solo, eh) di buone feste, Natale, Santo Stefano, Capodanno, Epifania ed eventuali compleanni che possono capitare nel mezzo!! AUGURI!

Ma bando ai preamboli: cosa accadrà in questo tutorial?

Ebbene, vi mostrerò semplicemente come è stato creato il mio biglietto natalizio di quest’anno.

Cominciamo!

Primo momento (il più odiato da molti): L’ idea.

Per Natale parto sempre da un concetto molto semplice: scrivo o disegno su di un foglietto tutto ciò che secondo me rappresenta o ricorda il Natale, poi cerco di sviluppare un idea che comprenda almeno due di queste cose.

Per esempio, l’anno scorso avevo fatto questo schemino...



... e sono arrivata a questo:


Quest’anno volevo fare qualcosa di più “impegnato”, ed in verità ho buttato giù parecchi schizzi, tutti con idee alla base che tutt’ora ritengo valide (e che in caso di crisi riciclerò nei prossimi anni A__A’), poi però ho optato per l’ultima idea, ovvero questa:

giovedì 11 dicembre 2008

Fabiano Ambu: Mono

Tutorial n°87

Cos'è la passione? E' la molla che ci spinge oltre ogni ragionevole dubbio a fare un mestiere così poco compreso e remunerativo come il fumettista.
Mi è stato chiesto da Ketty e Sergio un Tutorial, ed eccomi qui.
Utilizzerò la mia tavola realizzata per Mono della Tunuè per discutere la mia idea e metodologia di fare fumetto.
Ho la convinzione che un fumetto non si basi solo sulla conoscenza tecnica, che si può assimilare tramite le scuole, i testi, acquistando un buon manuale o ancora meglio scaricando i tutorial di Kinart, ma è un discorso più ampio ed articolato.
Quello che a parer mio fa vivere un fumetto non è la mano, ma il cervello, senza idee il fumetto si spegne manca di forza e risulta mediocre e piatto.
Si può essere dei bravissimi disegnatori senza riuscire a fare dei buoni fumetti, o viceversa creare delle magnifiche opere con disegni semplici e non di maniera, ad esempio Maus di Art Spiegelman

e Persepolis di Marianne Satrapi.



Vediamo ora come si sviluppa il rapporto con il foglio bianco.
Il foglio bianco è il principio di tutto ed il terrore per chiunque inizi un lavoro, bisogna affrontarlo con fermezza, la decisione è fondamentale in questo caso.
Abbiamo un tema “la Passione”, un concetto che racchiude tanti significati.
Nel momento in cui si affronta un qualsiasi progetto occorre iniziare con la ricerca, quindi ho recuperato il significato della parola Passione e tutte le derivanti.
Mono è una rivista che presenta un buon numero d’autori è composta da 34 tavole, quindi ho dovuto escludere gli approcci più logici e immediati su questo tema, come hanno fatto tutti gli altri del resto.
La passione è un sentimento legato alla vita, quindi ho deciso di immaginare una vita senza passione.
Ho poi buttato giù un soggetto su cui lavorare, perché occorre avere una linea guida da seguire anche se per una sola tavola.
Bisogna sempre tenere sottocchio la sceneggiatura per evitare dimenticare dialoghi o fraintendere l'idea dello sceneggiatore.
Il soggetto di Mono è più che altro è una guida che mi serve per capire come strutturare la tavola.



venerdì 7 novembre 2008

Intervista Giuseppe Camuncoli


Considerato da molti uno dei più versatili talenti italiani in campo internazionale, esordisce con l'autoprodotto BONEREST nel 1997, fondando al tempo stesso con Matteo Casali lo studio Innocent Victim. Oltre alla serie che lo lancia, suoi lavori sono apparsi negli anni successivi sui due QUEBRADA (Innocent Victim) e sull'antologico FRONTIERA (Black Velvet). A fine 2000 sbarca sul mercato americano grazie alla Vertigo/DC Comics, per cui realizza nove numeri di SWAMP THING con Brian K. Vaughan. Le sue matite sono apparse in seguito su HELLBLAZER e VERTIGO POP: BANGKOK (Vertigo), BATGIRL SECRET FILES, ROBIN, BATMAN, 52, JONAH HEX (DC), THE INTIMATES, CAPTAIN ATOM: ARMAGEDDON (WildStorm), SPIDER-MAN'S TANGLED WEB, MS. MARVEL SPECIAL, IMMORTAL IRON FIST (Marvel Comics) e altre ancora. Ha realizzato inoltre svariate copertine sia in America che in Italia, tra le quali si segnalano quelle dell'edizione italiana del manga de L'UOMO TIGRE (saldaPress). I suoi ultimi lavori sono stati il romanzo grafico IL VANGELO DEL COYOTE, scritto da Gianluca Morozzi e disegnato con Michele Petrucci (Guanda Graphic), il quinto volume de GLI SCORPIONI DEL DESERTO: QUATTRO SASSI NEL FUOCO (Lizard), scritto da Matteo Casali, seguito della celeberrima saga di Hugo Pratt, e LA NEVE SE NE FREGA, adattamento a fumetti dell'omonimo romanzo di Luciano Ligabue (Panini), sempre in tandem con Casali.


Attualmente è al lavoro sulla miniserie dipinta BATMAN: EUROPA (DC Comics) e sulla miniserie X-MEN: X-INFERNUS (Marvel Comics).

E’ inoltre fondatore e direttore artistico (dal 2008) della sede reggiana della Scuola Internazionale di Comics.

Vive (e lavora) a Reggio Emilia con la moglie Jessica.


lunedì 20 ottobre 2008

Struttura 5: come disegnare la TESTA, Massimo Dall'Oglio

Tutorial n°86

IL MANICHINO: la testa

Altri TUTORIAL STRUTTURA
-Struttura1: Introduzione e BUSTO
-Struttura2: ADDOME E BACINO
-Struttura3: Il BRACCIO
-Struttura4: ARTI INFERIORI
-Struttura5: TESTA

Ciao e ben ritrovati!

Con il tutorial di oggi completeremo le parti relative alla costruzione del manichino.

Per rivedere i passaggi di tutto, vi rimando ai precedenti tutorial

Dopo mani e piedi, la testa è sicuramente uno degli elementi della costruzione anatomica che creano maggior difficoltà, anch’io all’inizio del mio percorso artistico ne avevo quasi terrore… mi uscivano sempre testoni, orecchie in posizioni stranissime, occhi non allineati ecc… Con il tempo e soprattutto tanto esercizio ho cercato di mettere a fuoco e di sintetizzare alcuni punti essenziali per la costruzione della testa. Avevo bisogno di individuare “punti di riferimento” che mi permettessero di non perdere troppo tempo e di ottenere rapidamente volumi e forme efficaci. Ricordiamoci sempre che in un fumetto ci sono tantissime teste e anatomie e che è essenziale che ognuno di noi trovi il modo di disegnare manichini in maniera rapida e soddisfacente!

Quello che vi spiegherò ora è il modo con cui “io” costruisco la testa e credo sia superfluo dirvi che troverete mille manuali e disegnatori che affrontano l’argomento in maniera diversa, l’importante è costruirci un buon metodo che sentiamo “nostro” e che ci calzi a pennello!

Non spiegherò il volto perché è un argomento che potete trovare ben spiegato in qualunque manuale. Quello che mi preme oggi è lasciarvi, dopo la nostra chiacchierata, con qualche nozione in più di struttura.

Cominciamo!

Come per tutti gli altri tutorial sul manichino, anche nel caso della testa, dobbiamo individuare subito “il” o “i” volumi che la compongono…

A me piacciono questi: la sfera ed il vaso






Posizioniamo ora la sfera sopra il vaso e individuiamo subito le linee mediane 1 e 2.

Per questo tutorial userò un volto di ¾ che ci permetterà di abituare l’occhio ad una visione più tridimensionale della testa.



Non uso gli ovali nella costruzione della testa perché “sono” piatti, lavorando con sfera e vaso obbligo così la mia testaccia a ragionare sempre in 3D.

Certo, con il tempo e l’esercizio, arriveremo tutti a disegnare direttamente l’ovale della testa ma il nostro cervello lo lavorerà esattamente come fosse un oggetto tridimansionale.

Ripuliamo per bene il disegno sopra e mettiamo in evidenza alcune linee utili.

Disegnerò una testa con lo sgauardo rivolto a sinistra ok?



Linea 1: mediana che userò per posizionare il naso

Linea 2: mediana che mi servirà per individuare mento e orecchie (in questo caso ne vediamo uno solo ^__^)

Linea 3: uso la linea di congiunzione sfera/vaso per posizionare le sopracciglia

Ora abbiamo tutto quello che serve per comporre la struttura della testa



Non chiedetemi di trovare le regolette scolastiche tipo: “quanto è lungo l’orecchio, fino a dove arriva il naso” ecc… Le odio! Mi piace invece darvi la piena libertà di fare un viso allungato, un nasone, le orecchie piccole o gli occhi vicini; cerco insomma di non vincolarvi e vincolarmi con troppe regole per evitare personaggi tutti uguali.

Osservando con attenzione la figura sopra, si può notare come l’orecchio svolga un ruolo essenziale nella costruzione della tasta. Lo posiziono sulla “linea 2” e non supera mai la “linea 3”. Disegnato l’orecchio faccio partire dal lobo la linea del mento che chiudo alla base del vaso (punto 5). Sempre dal lobo dell’orecchio (punto 4) inserisco il collo e che vado poi a chiudere al punto 5 (ovviamente solo nel caso del ¾).

Ed ecco il risultato finale, una volta ripulito il disegno e realizzata la caratterizzazione del volto.



Gli stessi punti di riferimento possiamo poi usarli per la testa frontale e laterale,con qualche accorgimento dettato dal buon senso. Alla base di un buon disegno c’è sempre un educato e sensato spirito d’osservazione che ci spinge a riflettere su ciò che poi andremo a disegnare. Fare un compendio di regole, dal mio punto di vista, limita la libertà d’esecuzione e soprattutto il divertimento in fase creativa ^__^



La visione frontale della testa è molto semplice, notiamo anche qui il riferimento della posizione delle orecchie.



Sul laterale ecco che intervengono spirito d’osservazione, buon senso e un minimo di conoscenza anatomica.

Posizionato l’orecchio e unito il mento alla base del vaso, faccio sporgere il mento (1) e rendo il cranio più “bombato” (2).

Basta recuperare l’immagine di un teschio e tutto diventa più chiaro:



Nel mio disegno avrei dovuto “bombare” ancora di più il cranio ma lo lascio così perché so che quando poi metto i capelli aggiungo il volume che manca. In questo modo trovo un’accettabile via di mezzo ed evito di fare per errore testoni alieni. E’ il mio metodo e sentitevi liberi di NON seguirlo :)

IL COLLO

Posizionare a questo punto la testa sul busto sembra una banalità, in realtà prendere alla leggera questo aspetto rischia di rendere vano tutto il lavoro fatto fin’ora nella costruzione di un manichiano credibile. Quante volte una testa mal posizionata rende inguardabile o troppo rigida una posa? Quante volte vediamo dei personaggi che potrebbero benissimo indossare il collare ortopedico tanto hanno il collo rigido?

Per ottenere una postura naturale dobbiamo convincerci che la testa E’ PESANTE, che l’unica congiunzione scheletrica con il busto è data dalla colonna vertebrale e che il “lavoro sporco” nel disegno del collo lo svolge il muscolo trapezio.




Detto questo:




Divertiamoci a trovare questi elementi nella “botte” del busto che ormai conosciamo benissimo… si?

C: linea della colonna vertebrale

C2: linea del muscolo trapezio (io disegno sempre il profilo più lungo, la parte di muscolo che si vede di più)

C3: inclinazione della linea della colonna vertebrale data dal peso della testa.

Ora non vi resta che “appoggiare” la struttura della testa su “C” e il gioco è fatto!

Lo so… sembra un casino, ma non spaventatevi. Vi garantisco che dopo qualche storpiatura, una volta appreso il meccanismo, diventa tutto molto rapido e semplice.






Chiudo questo tutorial con una piccola parentesi sulla testa vista dall’alto e dal basso.



A livello di costruzione non cambia nulla!

Le orecchie seguono sempre la linea C di congiunzione tra sfera e vaso.

Le ombre A ci possono aiutare a mettere in evidenza il mento, in modo da rendere l’inquadratura più credibile.

La vera difficoltà è riuscire a disegnare efficacemente sfera e vaso dal basso e dall’alto, sbagliando dalla base tutto il castello crolla miseramente.

E ora… esercizio, esercizio, esercizio…

Massimo Dall'Oglio

martedì 23 settembre 2008

Dipingere quadro o illustrazione con Acrilici

Tutorial n°85

Metti una sera a cena, due amici che sono anche appassionati di fumetti ti dicono che si sposano tra tre settimane e ti invitano, che fai? Regali loro un vassoio d'argento oppure l'ennesima tavola originale? Fai un quadro in stile fumettoso! ^___^



mercoledì 10 settembre 2008

Costruire un tavolo luminoso

Tutorial n°84



Strumento indispensabile per fumettisti e illustratori è il tavolo luminoso.

Ma come si può costruire?

Ce lo spiega questa settimana Carmelo "Delund" Monaco. Prendete legno e metro!

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martedì 19 agosto 2008

Intervista a Francesco Artibani



DANIELE VESSELLA per KINART: Iniziamo con una domanda di rito: per quei pochi che non ti conoscessero, dicci chi è Francesco Artibani.


FRANCESCO ARTIBANI: Sono uno sceneggiatore di fumetti e cartoni animati, sono nato a Roma dove vivo e lavoro e il prossimo 27 ottobre avrò quarant’anni. Quest’anno festeggio 20 anni di mestiere, 20 anni in cui ho scritto per tanti editori e per tanti personaggi, lavorando molto per Lupo Alberto e per la Disney ma anche per Soleil e Les Humanoides, tra gli altri. Con mia moglie Katja Centomo ho creato Monster Allergy e insieme abbiamo costruito la Red Whale, uno studio che crea e sviluppa progetti editoriali, produzioni in animazione e svolge attività di agenzia letteraria. Per i cartoni animati come scrittore ho lavorato alle due serie di “Lupo Alberto” e “Tommy & Oscar” passando per “Sopra i tetti di Venezia”, produzioni Ferrero e cortometraggi. Da qualche anno ho a che fare con fate e streghe: ho sviluppato e curato le prime tre annate di storie a fumetti delle Witch e come sceneggiatore e story editor ho firmato la prima, la terza e la quarta serie di Winx Club, collaborando come soggettista e story editor ai due lungometraggi. Tra le cose più recenti ho scritto “Il Boia Rosso” per i disegni di Ivo Milazzo, una miniserie in otto episodi dedicata agli X Men e sto finendo di realizzare i quattro numeri di una seconda miniserie dedicata al Dottor Strange. Nel complesso poteva andare peggio.



venerdì 18 luglio 2008

Tomasi: Illustrazione10

Tutorial n° 83

L'illustratore, editore e versatile disegnatore Daniele Tomasi (Debbie Dillinger, Tetro Teatro...) ci offre un prezioso Tutorial su una mirabolante illustrazione.


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Nel Giugno 2008 mi è stata richiesta una copertina che poi è non e' stata utilizzata per questioni di copyright.
La utilizzo per un breve tutorial sulle varie fasi di lavorazione, partendo dal

BOZZETTO



Quando preparo i bozzetti di una illustrazione o di una tavola a fumetti lavoro in un formato piccolo, 1/4 o 1/8 della dimensione di realizzazione, che di solito e' quasi il doppio della dimensione di stampa.

Ad esempio, se il formato di stampa e' un A4 (21x29,7 cm) il mio lavoro ha una dimensione A3 (29,7x42 cm), mentre il bozzetto puo' avere un formato A6 (circa 10x15 cm) oppure A7 (circa 7x10 cm).

In questo caso il bozzetto e' formato A5.

Lavorare in un formato piccolo consente di impostare con più semplicita' la prospettiva e le proporzioni dei protagonisti, meglio che lavorando in grandi dimensioni. Qui vanno impostati anche i giochi di luce ed ombre.

Il disegno, come vedete, non e' molto dettagliato, ed e' piu' certo nella figura sulla destra che per quella sulla sinistra, dove ci sono varie dimensioni per gli arti inferiori. Decidere quale fosse quella piu' corretta ed interessante e' stato l'ultima scelta, prima di passare al

lunedì 7 luglio 2008

Lo Bocchiaro: Vignetta Satirica

Tutorial n° 82

Giuseppe Lo Bocchiaro
, architetto di giorno, fumettista di notte, ci regala questo tutorial che mostra la nascita di una vignetta satirica a colori!

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Salve a tutti, per il mio tutorial ho scelto di parlarvi della realizzazione della vignetta pubblicata sul numero 30 di “I love Sicilia”, marzo 2008. La scelta è stata dettata dalla voglia di parlare di un lavoro leggermente più articolato delle vignette che normalmente pubblico on line sul blog Rosalio (che sono il più delle volte in bianco e nero).

Per i miei lavori da tempo ho messo da parte matite e pennelli e, a parte gli schizzi relativi alla genesi dell’idea (da fare necessariamente a mano libera e senza avere il computer davanti se no mi blocco in modo irreversibile), faccio uso di una tavoletta Wacom Graphire e delle mirabilie permesse da Photoshop. Il passaggio alla tavoletta è stato consumato con un “battesimo del fuoco” che mi piace ricordare. Ero stato da poco contattato dagli amici del Gruppo Trinacria che mi avevano commissionato una striscia de “Gli isolani” e colsi l’occasione di fare una cosa per me all’epoca particolarmente “estrema”: ovvero scansionare le matite e fare le chine direttamente in Photoshop (!). Ci è voluto ben poco per capire che avrei potuto lavorare direttamente fin dalle matite sul foglio virtuale del mio computer abbattendo uno dei miei nemici più implacabili: una pigrizia mostruosa!
Cominciando a descrivere il mio modus operandi su Photoshop voglio premettere che esso è prima di tutto il frutto della mia personalissima conoscenza del programma in questione e la conseguenza della traduzione al computer di una serie di operazioni che svolgevo prima “a mano”. Dico questo per evitare di scandalizzare i professionisti con i miei procedimenti “poco ortodossi”.
Innanzitutto ho da subito capito che una razionale organizzazione dei layer era fondamentale per non creare casini e per poter tornare sulle singole operazioni senza compromettere tutto il disegno. Specifico quindi che in ogni file tipo che utilizzo ci devono necessariamente essere i layer:

chine
ombre colore
colore
ombre (grigi)
matite

Nel riportare la lista mi sono premurato di rispettare l’ordine esatto di visualizzazione dei layer. In questo modo sopra a tutti i segni ci saranno sempre le chine e le “ombre colore” dovranno sempre essere visualizzate al di sopra del layer colore (ovvero delle cosiddette “tinte piatte”).
A questa lista di volta in volta (come nel caso che sto spiegando) si aggiungono altri livelli utili a controllare al meglio il risultato finale.
Ogni disegno inizia quindi sul layer “matite” dove, con il colore blu (e con uno spessore abbastanza sottile del pennello) traccio le masse dell’intero disegno. La scelta del blu è dettata, così come nel procedimento tradizionale, dalla necessità di avere un disegno fatto di linee facilmente distinguibili e ridisegnabili con la china di colore nero.
Il fascino della tavoletta grafica, che riproduce spessori e pressioni diverse della mano sul foglio di carta, è già tutto presente in questa prima operazione.
La definizione delle masse e la composizione dell’intero disegno è normalmente aiutata dalla possibilità di selezionare per intero il disegno e di “scalarlo” a piacimento o di selezionare alcune parti per meglio dimensionarle e proporzionarle (quante volte vi è capitato di aver disegnato un’ottimo volto ma di accorgervi che esso è troppo grande o troppo piccolo rispetto al resto del corpo?)
Sulle masse agisco poi prima “sbozzando” e poi definendo nei particolari il disegno, fino a renderlo pronto per le chine. Dato che sono io stesso a inchiostrare i miei disegni posso spesso evitare di essere troppo preciso nelle matite e di velocizzare il processo precisando i segni direttamente a china.


lunedì 23 giugno 2008

Checcaglini: Je suis Cathare

Tutorial n# 81

La nostra Claudia Checcaglini (Delcourt, Les Humanoides Associés, Soleil, Vents d'Ouest) ci mostra il work in progress della colorazione di una tavola realistica tratta da Je suis Cathare (Delcourt).


Come si inizia un tutorial?
E' un tutorial? Mi starò montando la testa?
Vabbè io scrivo come faccio la colorazione di una pagina se qualcuno lo prenderà per un tutorial non sarà colpa mia.

Nel caso degli ultimi due albi realistici di cui ho curato la mise en couleurs la parte iniziale è farsi una documentazione fotografica. Flickr è una biblioteca di immagini, basta cercare per trovare di tutto.
Cerco informazioni sui diversi aspetti: dalla resa delle superfici, a idee sull'atmosfera, sulla sua resa. Il materiale che si accumula, va indagato e cercato di capire. Bisogna trovare quale sono gli elementi che determinano un certo effetto.
Esempio banale. Una scena davanti al fuoco ardente ha una componente rossa su tutti i soggetti illuminati e si deve però osservare come questo colore influenzi in modo diverso le superfici che colpisce a secondo del loro colore di base o la loro ruvidità.
Sapere come funziona permette di riprodurre un effetto e, se si vuole, di esasperarlo.
Spesso uso delle foto anche per trovare degli accordi cromatici interessanti, riprodurre accordi cromatici come il verde di un prato, l'azzurro di un cielo e il giallo del sole usati anche per colorare l'interno di un'astronave darà al lettore una sensazione di pace perchè i colori hanno molta capacità di ricordarci le situazioni che di solito associamo a quei colori.
Comunque dietro la scelta di una certa paletta solitamente c'è anche uno studio matematico oltre che di associazione mentale.
Si cercano colori coordinati o complementari per trovare l'armonia di un legame o quella della completezza.
Quando le cose da colorare sono molte occorre sapere un poco di teoria del colore per districarsi senza troppa fatica nella selva del colore.
Primo consiglio: partendo dall'assunto che un fumetto è molto più noioso da colorare di una illustrazione perchè i colori devono essere mantenuti più a lungo, serve coerenza. Quindi solitamente mi faccio un elenco di colori che utilizzerò nel corso di tutto l'albo in linea di massima. Cerco dei colori accordati e li uso nelle varie situazioni.
Di solito una prova efficace è utilizzare una sequenza narrativa e provare gli accordi facendo tre prove con tre diversi momenti del giorno.
Altra avvertenza: cercare sempre di farsi un'idea di cosa si vuole ottenere prima di mettersi al lavoro in modo buono, insomma fatevi una brutta copia su cui pasticciare così potrete avere un'idea di massima in poco tempo e poi, solo se vi sembra una buona idea, potrete andare avanti.

Riassumendo, studiare delle immagini reali, farsi una biblioteca visiva, crearsi una palette che ci piace e che manterremo, pasticciare un poco e farsi un'idea abbastanza chiara di cosa si vuole e poi via!

Come amante dei fumetti mi piace leggerli e spesso trovo idee nei lavoro di altri autori anche se consiglio vivamente a tutti di spaziare in tutte le arti visive: cinema, pittura, fotografia, grafica possono essere anche più stimolanti di un fumetto.


palette scelta per la pagina tratta da una foto

Per quanto riguarda il lavoro vero, incomincio creando 4 livelli: nero- basi personaggi- basi sfondo- bianco. Stendo le basi solitamente senza tener conto della luce.



2 livelli basi

mercoledì 18 giugno 2008

Intervista a Emanuele Tenderini


ELENA CAVALIERE per KINART: Introduzione di rito: rivolgiti a chi non ti conosce o conosce solamente il tuo nome ma vorrebbe saperne di più su chi sei e cosa fai.

EMANUELE TENDERINI: Mah…sono un semplice ragazzo di 30 anni, che ha studiato, continua a studiare, e studierà sempre, per diventare un bravo disegnatore. L’inizio del mio percorso professionale si è rivolto in maggior parte alla colorazione digitale di fumetti, ma ho realizzato e sto realizzando anche molte storie come disegnatore. Non mi sento un vero e proprio “fumettista”, diciamo che per ora sto ancora cercando di capire quale sia la mia strada…

Vivo a Venezia, città che adoro e che mi suggerisce forme e colori che non vedo in nessun’altra città.

K: E' vero che non hai sempre avuto un'istruzione "artistica"?

E: Sono diplomato in Ragioneria, ho fatto 1 anno di giurisprudenza, 1 anno in aeronautica e poi ho deciso di dedicarmi all’arte del fumetto. Per cui, è vero, direi che ho avuto un’istruzione “artistica” per un periodo forse anche troppo limitato della mia vita... per il resto sono un autodidatta.


K: Com’è avvenuto il tuo debutto?


E: Alla fine del terzo anno della Scuola del Fumetto di Milano sono tornato a Venezia, e ho passato 1 anno a non fare nulla… cioè a tentare di realizzare dei progetti da presentare a qualche editore, ma senza una vera e propria “coscienza” di ciò che volevo realizzare.

Improvvisamente mi è stata data l’opportunità da un mio ex insegnante di coloragli un fumetto per un editore Francese.

“100 anime” è il mio debutto. Parallelamente ho iniziato a lavorare per una rivista di Milano, come disegnatore, con la quale ho anche disegnato una storia di 54 tavole che non ha mai, ahimè, visto la pubblicazione.

lunedì 16 giugno 2008

Failla: W.I.P. Mono tavola

Tutorial n° 80

Marco Failla
(Panini, Piemme, :duepunti edizioni, Red Whale e DC Comics) ci regala un tutorial incentrato sulla realizzazione di una tavola per Mono.



Una tavola per Mono è l'occasione ideale per sperimentare qualcosa di diverso. Dopo essere riuscito a immaginare una mini trama pertinente al tema del numero, ho buttato giù un piccolo e sintetico layout a matita... in questo caso 7,5 cm x 10,5 cm. Il layout è stato acquisito digitalmente in photoshop e le vignette, dove necessario, sono state leggermente ridimensionate per incastrarsi al meglio nel formato di stampa.


martedì 3 giugno 2008

Cucina: Illustrazione Batman 9

Tutorial n° 79

Cristiano Cucina ( ha lavorato per
play press, red whale, disney, eura editoriale, edizionobd, dc comics/vertigo) ci offre gentilmente questo step by step di un'illustrazione di Batman, disponibile anche nel suo blog, fatta su commissione.

Step1:
Bozzetto/layout: è un illustrazione semplice senza sfondi. Solo batman con qualche pipistrello.




sabato 17 maggio 2008

Pennelli di Photoshop4, Cavaliere

Tutorial n° 78


In questo appuntamento non parlerò solamente del sottomenù Texture e Pennello Doppio, ma farò una carrellata su tutti i sottomenù che ci mancano da scoprire, lasciando poi a voi la libertà di scoprirli approfonditamente provandoli tutti.
Ormai dovreste esser super esperti da intuire facilmente cosa sono tutti i parametri che vedremo.
In caso non lo foste, vi consiglio di tornare a leggere e provare i precedenti tutorial.


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TEXTURE
Come si può facilmente dedurre, la funzione Texture va ad aggiungere una texture, una "trama", al normale tratto del pennello. In pratica, immaginate di avere un pennello, per esempio tondo, che però ha delle setole fatte in maniera strana, che quando passate sul foglio lascia dei segni che restano sempre quelli tipici di un pennello tondo (per forma e ondulazione), ma che all'interno del tratto forma un gioco di figure che segue una continuità.
Come passare un pennello con un pigmento non stemperato in acqua su carta molto ruvida e porosa. Lascia degli spazi bianchi tra la brossuratura. Oppure su tela, fa intravvedere la trama della tela. Ecco, applicare una texture al proprio pennello rende proprio quest'idea.
Prendiamo il solito Hard Round e applichiamo una texture, in questo caso ho scelto una texture che riproduca l’effetto della seta.





Proviamolo!
In nero si capisce come assomiglia alla seta l’effetto di questa texture su questo pennello, in blu una prova mia, perché vagamente cambiando colore ricorda anche le increspature dell’acqua. A voi cosa ricorda? Molto probabilmente, solo cambiando colori, la stessa texture potrà servire per ricreare effetti diversi. Magari può diventare simile a un sacchetto di plastica.

Una texture si può usare invertendola o meno, usando praticamente cioè il suo negativo o no. La texture seta è di base già invertita, ma ovviamente si può cambiare questo stato cliccando dove cerchiato.
Ho fatto una prova e devo dire che forse l’effetto acqua viene meglio così. Voi che dite?

Va da sé che sarebbe meglio prendere delle foto e ricrearli da soli certi effetti… ma se siete di fretta, o se il caso lo richiede, potete usare anche queste “strategie”.
Dire Texture (in senso di “tessuto”, “trama” che si rifà al materiale) o dire Pattern (più uno “stampo”, una matrice ripetuta) cambia assai poco. Come vedete il menù continua con dei parametri che servono a modificare questi “timbri” nei modi più svariati.
Siccome di per sé questo menù non è usatissimo, non mi dilungherò a spiegare cosa sono Scala, Applica texture ad ogni punta, Metodo, Profondità, Profondità minima, Variazione Profondità e Controllo, perché sono parametri ultra secondari e la loro funzione è facilmente deducibile.
Vi segnalo invece come caricare nuove texture o sceglierne altre tra quelle di default.
E’ presto per insegnarvi come crearne di vostre, lo spiegherò nell’ultimo appuntamento di questo ciclo di Tutorial sui Pennelli, quando spiegherò anche come crearvi un pennello personale. Confido che intanto voi prendiate dimestichezza con quanto vi sto spiegando ora :)


Per caricarne altre pre esistenti, sceglietene una gamma dal rettangolo che vi ho segnato in rosso qui sopra e aggiungetele. Io ho scelto Superfici Artistiche.


C’è anche una Texture che riproduce grammatura della carta da acquerello.


Passiamo ora al
PENNELLO DOPPIO
Come si può evincere, questa funzione unisce le punte di due pennelli. Quindi non un pennello e una texture, ma due pennelli. Ovviamente la forma del secondo pennello è inscritta nella forma del pennello principale.
Scegliamo dal menù Forma punta del pennello il solito Hard Round 19, però me lo ingrandisco fino a 65px. Poi dal menù Pennello Doppio scelgo Chalk 60 e lo provo.


Come vedete, all’interno del tratto del pennello principale, ci sono sparpagliati (come abbiamo visto quando abbiamo parlato del menù Dispersione) tanti segni del pennello secondario. Possiamo ovviamente scegliere quanti, quanto grandi, come sparpagliarli e come distanziarli. Né più né meno quanto abbiamo già detto, però nello spazio delimitato dalla forma del pennello principale.
Questo ovviamente crea delle forme variegate.
Giocando con i parametri ecco come si può trasformare il tratto:


Provate su :3 Ecco come ricreare un po’ un effetto nebulosa:


Ed ecco lo stesso Pennello Doppio usato più volte, ogni volta con parametri diversi, su uno sfondo nero con diversi colori, e un livello in Luce Intensa (quello che risulta rosa flashato).


Si può far di meglio eh XD

DINAMICA COLORE
Questo menù agisce più che sul pennello, sul colore con il quale si lavora.
Prendiamo, ad esempio, scegliendolo tra i pennelli predefiniti, il pennello a forma di foglia d’acero.
Immaginiamo di dover lavorare sul fondale di un nostro lavoro e di voler ricreare l’effetto di una ventosa giornata d’autunno, con mille foglie che volano da tutte le parti.
Come spiegato sempre nei Tutorial sui menù Dinamica Forme e Dispersione, agiamo sui parametri di Spaziatura, Variazione Dimensione, Diametro, Angolo, Rotondità, e poi Dispersione, su un asse o due, Conteggio, e modifichiamo, modifichiamo, modifichiamo finchè non siamo soddisfatti della nostra fittizia pioggia di foglie.



Uhm… ma come sappiamo ogni foglia ha un suo colore diverso, qui sono tutte uguali!
Ci sono quelle più gialle, quelle più marce, quelle più scure, quelle ancora rosse…
E in nostro aiuto può venire la Dinamica Colore, che modifica i colori dei vari punti a seconda delle variazioni che settiamo, partendo da un colore che avremo selezionato come colore di base.

Come possiamo fare?
Osserviamo i parametri. (Il colore di base è il colore usato per la prima pioggia di foglie qui sopra)


VARIAZIONE PRIMO PIANO / SFONDO più alto è il valore, più il colore del vostro tratto si fonderà con lo sfondo. Al 100% anche il colore di base vira verso quello di sfondo. L’effetto è simile a un livello sopra lo sfondo in modalità moltiplica e poca opacità.
Qui sotto mostro le variazioni con uno sfondo azzurrino. Alla fine ho tolto lo sfondo. Vedete che le foglie stesse sono azzurrine quando portiamo al 100% la variazione?
Ottimo per un effetto di alcune foglie che sono in lontananza.
VARIAZIONE TONALITA’ Più alto è il valore, più il colore cambia. Nel senso che da arancio può arrivare a blu, rosa, fucsia…
Ovviamente bisogna dosarlo molto bene, a meno che voi non vogliate fare dei coriandoli… Già al 15% mi da una gamma abbastanza reale per delle foglie autunnali.
VARIAZIONE SATURAZIONE Più è alto è il valore, più il colore varia in saturazione.
VARIAZIONE LUMINOSITA’ Più è alto è il valore, più il colore varia in luminosità, fino al nero.
PUREZZA Aumenta o diminuisce la saturazione del colore. Impostato su -100% il colore è privo di saturazione, a +100% è saturo al massimo.

ALTRA DINAMICA
I due parametri OPACITA’ e FLUSSO in questo menù sono presenti anche nella barra in alto che appare quando si seleziona lo strumento Pennello, solo che qui si parla della variazione di ogni punto che forma un tratto (è per questo che si vedono come dei tondi di diversa opacità a formare il segno)


a) il tratto Normale senza Altra Dinamica selezionata
b) il tratto che risulta solamente attivando Altra Dinamica (cliccando nel quadratino evidenziato dal tondo rosso)
1) Flusso 0% Opacità 50%
2) Flusso 0% Opacità 100%
3) Opacità 0% Flusso 50%
4) Opacità 0% Flusso 100%
Molto più utile, a mio avviso, modificare Opacità e Flusso direttamente dalla barra del menù in alto (vedi Bordi Bagnati).


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Gli ultimi 5 parametri che si possono combinare a piacere con tutto quello già visto sono: DISTURBO, BORDI BAGNATI, AEROGRAFO, ARROTONDAMENTO, PROTEGGI TEXTURE
DISTURBO crea un effetto puntinato simile a una tv sintonizzata male su un canale, un vero e proprio disturbo sottoforma di puntini. Quasi inefficace su punte di Pennello di default con bordi nitidi, il cambiamento è apprezzabile quando si hanno pennelli molto morbidi, sfumati, con i bordi a gradiente di sfumatura.


BORDI BAGNATI modifica la stesura di colore da parte del vostro pennello, rendendola simile come effetto a quella dell’acquerello. Come le velature dell’acquerello, se si sovrappongono i segni il colore si fa più marcato.


Se usato in combinazione con modifiche dei parametri Opacità e Flusso può rendere ancora meglio l’effetto velature dell’acquerello.


Anche usando Opacità e Flusso da soli si può comunque avere un effetto acquerello.


AEROGRAFO semplicemente trasforma la normale punta pennello in un aerografo
ARROTONDAMENTO serve a rendere più smussate le curve del tratto del pennello
PROTEGGI TEXTURE serve quando decidete di usare una texture abbinata al pennello, ma anche avete bisogno di diverse punte di pennello per il vostro lavoro. Preserverà i parametri stabiliti in Texture con ogni pennello che userete.

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Bene, tutto quello che potevo spiegarvi sui menù dedicati ai pennelli è qui. Sta a voi provare e sperimentare ora.
L’ultimissima “puntata” sarà dedicata a come creare un pennello personalizzato.
Alla prossima!

Elena Cavaliere





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